L'uomo Che Ha Cambiato Il Volto Di Shanghai
Il Cathay Hotel di Sir Victor Sassoon, ribattezzato Peace Hotel, nel 1958, a sinistra, e oggi il Cathay Hotel di Sir Victor Sassoon, ribattezzato Peace Hotel, nel 1958, a sinistra e oggi

Fino a poco tempo, il nome Sassoon – o, più esattamente, Sir Ellice Victor Sassoon, il terzo baronetto di Bombay – era stato quasi cancellato dalle strade di Shanghai. Rampollo di una famiglia ebrea di Baghdadi, educata a Harrow e Cambridge, Sassoon trasferì la sede di un impero familiare costruito sull’oppio e sul cotone da Bombay a Shanghai, dando inizio al boom immobiliare che sarebbe arrivato nella Parigi dell’Estremo Oriente.

L’apertura nel 1929 del Cathay Hotel (il cui nome fu cambiato in Peace a metà degli anni ’50), annunciato come l’osteria più lussuosa a est del Canale di Suez, proclamò il suo impegno per la Cina. (Ha persino realizzato l’attico all’11° piano, appena sotto il tetto piramidale a spiovente spiovente dell’hotel, il suo pied-à-terre del centro.) Nel giro di un decennio, Sassoon aveva completamente trasformato lo skyline di Shanghai, collaborando con architetti e sviluppatori per costruire il primo veri e propri grattacieli nell’emisfero orientale, creando un impero immobiliare che lo vedrebbe regolarmente annoverato tra la mezza dozzina di uomini più ricchi del mondo. Nel giro di due decenni, la bandiera rossa della Repubblica popolare fu issata sul Catai, che per molti anni sarebbe servito da pensione per i dignitari del blocco sovietico in visita.